Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 3 n. 1

Gennaio 1991

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.










Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna










La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

TRADUZIONI E COMPOSIZIONI:
bhakta Maurizio, bhaktin Rossana, bhaktin Valentina, Ananga Manjari dasi

PROOF READER:
Arcana vidhi dasi

AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 3 N. 1 Gennaio 1991

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

IMPIANTI e STAMPA: Centro Arti Grafiche - Como










VOL. 3, N° 1

CHI E' LA TESTA DIETRO
QUESTA OPERAZIONE
Discorso di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

IL PRANZO LUNGO UN ANNO
I dialoghi di Srila Prabhupada

IL LAVAGGIO DEL CERVELLO

Libri
SRIMAD BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

PERCHÉ' E COME MEDITARE

RISO
Un dono di Krsna

L'OSSERVATORE VEDICO
Fatti e commenti di attualità

UN CONTRIBUTO CRISTIANO
ALLA COSCIENZA DI KRSNA

LA FESTA DELLA DOMENICA

CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI

IL CALENDARIO VAISNAVA

IN COPERTINA: Narada muni, il maestro spirituale dell'autore dei Veda, Vyasadeva, è uno dei dodici mahajanas, le autorità in materia di conoscenza trascendentale. Egli è famoso in tutto l'universo per la sua devozione a Sri Krsna, e viaggia sempre e ovunque glorificando il Signore.



RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada fondò questa Associazione a New York nel 1966, spiegò gli obiettivi che si prefiggeva.

Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam.
Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
Insegnare e promuovere il movimento del Sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Krsna.
Unire i membri per insegnare uno scopo di vita più semplice e naturale.
Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obiettivi sopraelencati.















La gente ogni giorno pone queste domande, sulle cose quotidiane.
Ma quando si giunge ad argomenti cosmici, ci dovremmo chiedere "Chi"  o "Cosa"? L'Associazione Metafisica di Caracas intervista Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

CHI E' LA TESTA DIETRO
QUESTA OPERAZIONE?

Srila Prabhupada: Ora discutiamo di questo: Che cosa è "limitato"  e cosa è "illimitato"?
Associazione Metafisica: Questo mondo materiale è una combinazione di molti differenti elementi  intelligenza, mente e via dicendo e avanti così  e al centro di tutto ciò si trova l'essenza, che è eterna. E questa cosa eterna non può avere nome o forma, perché allora sarebbe limitata. E ciò sarebbe una contraddizione.
Srila Prabhupada: No. Questo mondo materiale è temporaneo, ma lo spirito è eterno  ciò è facile da capire. Gli elementi materiali sono terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza ed ego; e l'elemento spirituale utilizza questi elementi materiali. Questa è la distinzione tra materia e spirito.
Per esempio, questo microfono è una combinazione di terra, acqua, aria e fuoco, ma un'entità vivente ha combinato gli elementi materiali in questo microfono  la combinazione di elementi materiali è stata fatta da qualche entità vivente. Ora, proprio come il microfono, l'intera manifestazione cosmica è una combinazione di elementi materiali e c'è un'entità vivente  l'essere supremo  che li ha combinati. Questo è il modo in cui opera l'universo. E' ammissibile?
Associazione Metafisica: Sì.
Srila Prabhupada: Così questa è la differenza fra "limitato" e "illimitato". Tu ed io siamo entità viventi, e noi possiamo creare qualcosa di limitato, come questo microfono o grandi aereoplani. Ma c'è un'altra entità vivente che ha creato innumerevoli pianeti che stanno fluttuando nell'aria. Non è così? Voi vi siete attribuiti il merito di essere diventati grandi scienziati e di aver creato l'aeronave 747, che può trasportare cinquecento passeggeri. Ma quante ne abbiamo create? Forse alcune centinaia o alcune migliaia. Ma ci sono milioni e trilioni di pianeti che fluttuano nell'aria, proprio come i 747, e quei pianeti contengono molte grandi montagne e oceani. Così voi potete creare cose limitate con il vostro cervello limitato, ma l'essere supremo può creare cose illimitate perché Lui possiede un cervello illimitato.
Associazione Metafisica: Stai insinuando che Dio ha un cervello?
Srila Prabhupada: Sì. E non appena voi capite che Lui ha un cervello, venite a conoscenza che Lui è una persona. Perciò, Dio è in definitiva una persona. Proprio come il governo è impersonale, ma il presidente è una persona, così le energie che producono la manifestazione cosmica sono tutte impersonali, ma il cervello che sta dietro di loro è personale. Questa è la differenza tra "persona" e "non persona".
Associazione Metafisica: Tu hai detto che Dio in definitiva è una persona. Che cosa intendi per "in definitiva"?
Srila Prabhupada: Come ho spiegato, in un certo senso il governo è impersonale, ma in definitiva il presidente è una persona. Il governo si muove in relazione all'ordine del presidente. Perciò, il governo impersonale non è così importante quanto il presidente personale.
Un altro esempio: il sole, la luce del sole e il dio del sole. La luce del sole è impersonale, il globo solare è localizzato e all'interno del globo solare c'è il dio del sole. Così in un certo senso loro sono tutt'uno  manifestati nel calore e nella luce. Ma la luce del sole è differente dal globo solare e dal dio del sole. In questa stanza c'è la luce del sole ma ciò non significa che il globo solare sia qui. E il dio del sole controlla il globo solare. Perciò, la luce del sole, il globo solare e il dio del sole sono simultaneamente uno e differente. E' chiaro? Ci sono domande su questo?
Associazione Metafisica: Perché dici che Dio è più importante della Sua energia?
Srila Prabhupada: E' un senso comune. La luce del sole è diffusa ovunque e il globo solare situato in ogni luogo è la sorgente di questa luce. Così, quale dei due è più importante  il globo solare o la luce? La lampada è situata in un unico posto e l'illuminazione è diffusa per
tutta la stanza. Cos'è più importante, l'illuminazione o la lampada? Il fuoco è localizzato in un unico posto e la luce e il calore del fuoco sono diffusi per un largo raggio. Così, quale dei due è più importante  il fuoco, o il calore e la luce? Similarmente, Dio è una persona (anche se Lui non è una persona come te o me), ed Egli diffonde la Sua energia proprio come il fuoco diffonde calore e luce. Tutto ciò che vedete è l'espansione dell'energia di Dio.
La situazione è proprio come quella di un grande uomo d'affari e delle sue fabbriche. L'uomo è una persona, ma egli sta dirigendo centinaia di fabbriche su un'ampia area. Sono più importanti le fabbriche o è più importante l'uomo? Se una persona ordinaria in questo mondo materiale può diventare così importante potete solo immaginare quanto sia importante la persona di Dio, considerando le illimitate espansioni di questo mondo materiale.
Così la cosa più importante e in definitiva la persona. L'aspetto impersonale è qui  proprio come l'aspetto impersonale della luce del sole  ma il globo solare è più importante della luce del sole e all'interno del globo solare c'è il dio del sole, che è il più importante. Così, cosa pensate sia più importante  il dio del sole, il globo solare o la luce del sole? Qual è la vostra opinione?
Associazione Metafisica: Sono tutti importanti.
Srila Prabhupada: Tutti. Questo è giusto. Ma, comparativamente, dal momento che il dio del sole è la sorgente di tutto il calore e la luce, egli è il più importante. Allo stesso modo, Dio sta espandendo la Sua energia per tutti gli universi. Dio è la fonte dell'energia, comparativamente, sebbene da un lato non ci sia differenza fra l'energia e la fonte dell'energia, la fonte dell'energia è più importante dell'energia. Così Dio e la Sua energia sono simultaneamente uno e differente. Questa è la nostra filosofia.
Associazione Metafisica: Tu dici che Dio espande Se Stesso. Ma questo implica che Dio modifichi o cambi Se Stesso.
Srila Prabhupada: No. Dio può espanderSi illimitatamente e rimanere ugualmente lo stesso. Questo è il significato di "illimitato". Tu puoi avere cento dollari nel portafoglio e se spendi un dollaro, un dollaro, un dollaro, allora alla fine non ne avrai più. Ma per quel che riguarda Dio si dice: purnasya purnam adaya purnam evavasisyate: "Siccome Dio è il tutto completo anche se così tante unità di energia complete emanano da Lui, Egli rimane il completo equilibrio" (Isopanisad, Invocazione). Per te ciò significherebbe che potresti prendere cento dollari e spenderli ed avere ancora i cento dollari. Dio può realmente fare questo. Egli può espanderSi in milioni e milioni di universi separati e rimanere lo stesso individuo. Questo è Dio. Noi non potremmo pensare a Dio in accordo alla nostra concezione  se ho cento dollari dopo averne spesi cento non ne ho più. Dio non è così. Dio può espanderSi illimitatamente e rimanere ancora lo stesso.
Ecco un altro bell'esempio. Supponiamo che tu prenda una candela e che tu ne accenda un'altra con la prima, e un'altra, e un'altra, fino a milioni di candele. La candela originale rimane potente come prima e le altre candele che hai acceso hanno ora lo stesso potere di quella originale. Ma, per la nostra comprensione, noi consideriamo come candela originale la prima, la successiva come seconda candela, poi la terza, quarta, quinta e così via. Ma tutte le candele hanno lo stesso potere e la candela originale è ancora qui. Allo stesso modo, Dio non Si riduce a causa delle Sue espansioni. Questo è il significato di Dio e questo è anche il significato di "illimitato".
Associazione Metafisica: Come possiamo capire la differenza tra la personalità e l'individualità di Dio e la nostra? Se Dio Si espande ovunque, allora Egli deve essere all'interno di tutta questa creazione.
Srila Prabhupada: Si. Questa è la differenza tra Dio e noi: Dio è situato in ogni luogo, ma tu non sei situato ovunque. Tu sei situato all'interno del tuo corpo e io sono situato all'interno del mio. Tu non puoi percepire i dolori e le gioie del mio corpo né posso sentire io i tuoi dolori e piaceri. Ma Dio è ovunque e perciò Lui può capire quali sono i tuoi dolori e piaceri e quali sono i miei dolori e piaceri. Questa è la differenza tra l'atma, o anima individuale, e la superatma, o Anima Suprema. Tu sei l'atma e Dio è la super-atma.
Associazione Metafisica: Ma dal momento che Dio è puro spirito, o atma, e anche noi siamo puro spirito, non possiamo eventualmente evolvere fino al livello di Dio?
Srila Prabhupada: No. Noi ammettiamo che Dio è spirito e voi siete spirito, ma il potere di Dio e il vostro potere non è lo stesso. Dio disse "Che sia fatta la creazione", e la creazione ci fu. Ma se voi dite, "Che siano fatti dei capati (pane)," non ci saranno capati a meno che voi non lavoriate. Voi dovete lavorare per questo.
Associazione Metafisica: Dio è il tutto e noi siamo le parti e noi ci stiamo evolvendo per integrarci con il tutto.
Srila Prabhupada: Questo è giusto, ma voi non potrete mai diventare il tutto.
Associazione Metafisica: Ma noi ci stiamo evolvendo.
Srila Prabhupada: No. La parte è eternamente una parte e il tutto è eternamente il tutto.
Associazione Metafisica: Così non ci si può integrare con il tutto quando ci si evolve?
Srila Prabhupada: No. Voi siete già nel tutto.
Associazione Metafisica: Perciò noi siamo tutt'uno.
Srila Prabhupada: Uno e differente  questa è la nostra filosofia. Noi siamo proprio come una piccola vite in una macchina. La vite è una parte della macchina, così in un certo senso la piccola vite e la macchina sono uno. Ma la piccola vite non è uguale alla macchina completa, né ci si può riferire alla vite come all'intera macchina.
Associazione Metafisica: Così noi saremo per sempre una parte del tutto?
Srila Prabhupada: Come Krsna dice nella Bhagavadgita (15.7): mamaivamso jivaloke jivabhutah sanatanah: "Le entità viventi in questo mondo condizionato sono Miei frammenti eterni".
Associazione Metafisica: La coscienza di Krsna può essere comparata all'ultimo stadio della coscienza di Cristo?
Srila Prabhupada: Sì. Non c'è differenza tra la coscienza di Cristo e quella di Krsna, ammesso che si seguano gli ordini di Cristo.
Cristo parlò in quanto figlio di Dio e Krsna sta parlando come Dio, così non c'è differenza nei loro insegnamenti. Se è il padre che ne parla o il figlio, la verità è la stessa.
Associazione Metafisica: Se la coscienza di Krsna è il più alto livello della mente, puoi spiegare alla gente come si può raggiungere la coscienza di Krsna vivendo a casa propria? In altre parole, per coloro che sono al di fuori del tempio, che hanno il proprio lavoro e vivono nella propria casa, come è possibile raggiungere la coscienza di Krsna?
Srila Prabhupada: E' molto facile. Cantate semplicemente Hare Krsna.
Associazione Metafisica: Come dobbiamo cantare Hare Krsna?
Srila Prabhupada: Come avete visto i miei discepoli cantare e come sto cantando io: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Associazione Metafisica: Qual è il significato di questo mantra Hare Krsna?
Srila Prabhupada: Hare significa "l'energia di Dio", e Krsna e Rama sono nomi di Dio. Così il mantra significa, "Oh, Dio, io sono caduto nel mondo materiale. Accettami benevolmente di nuovo". Questo è tutto.
Associazione Metafisica: Dal mio punto di vista la ripetizione continuata di questo mantra è qualcosa di simile all'ipnotismo. Per esempio, anche alcune tribù cantano durante vari rituali.
Srila Prabhupada: Questa è la tua opinione, tu non sei un'autorità.
Associazione Metafisica: Spiega per favore.
Srila Prabhupada: Questo è ciò che dichiara la Bhagavad-gita [9.14]:

satatam kirtayanto mam
yatantas ca drdhavratah
namasyantas ca mam bhaktya
nityayukta upasate

"Cantando sempre le Mie glorie, sforzandosi con grande determinazione, sottomettendosi a Me, queste grandi anime Mi adorano in eterno con devozione". Così Krsna dice direttamente: satatam kirtayanto mam: "Canta sempre il Mio nome". Noi non possiamo cantare qualsiasi cosa e riceverne lo stesso beneficio.
Associazione Metafisica: Io ho sempre capito dalla filosofia indiana che tu non puoi dare un nome a Dio perché sarebbe come volerlo limitare.
Srila Prabhupada: Noi non diamo un nome a Dio. Dio possiede nomi in accordo alle Sue attività. Prendi il nome Krsna. Krsna significa "infinitamente affascinante". Questa è una qualità di Dio  che è infinitamente affascinante. Allo stesso modo, Allah significa "grande", Dio è grande, così Egli è chiamato Allah. Così Dio non è realmente un nome, ma in accordo alle Sue azioni Lui ha molti nomi.
Associazione Metafisica: Tu hai menzionato il dolore. Qual è l'origine del dolore e qual è l'origine del piacere?
Srila Prabhupada: Non appena cadi nel mondo materiale tu devi sperimentare la dualità del dolore e del piacere. Possiamo capirlo molto facilmente. Prendi l'acqua fredda per esempio. L'acqua fredda a volte è spiacevole e a volte è piacevole, non è così? L'acqua è la stessa, ma in inverno è spiacevole e d'estate è piacevole. Come può la stessa cosa essere spiacevole e piacevole allo stesso tempo? Perché cambiano le circostanze. Allo stesso modo, anche il fuoco è talvolta piacevole e a volte spiacevole. Il fuoco è sempre lo stesso ma, a seconda delle circostanze, diventa spiacevole o piacevole. Nella stagione invernale il fuoco è piacevole e nella stagione estiva lo stesso fuoco è spiacevole.
Allora questi sentimenti di dolore e piacere sono dovuti a questo corpo materiale così se tu esci dal corpo materiale e rimani nel tuo corpo spirituale non c'è più la dualità di dolore e piacere. Cerca di capire: l'origine del dolore e del piacere è il nostro attaccamento a questo corpo materiale, ma se possiamo in un modo o nell'altro uscire da questo corpo materiale allora non ci sarà più la dualità del dolore e del piacere, ma semplicemente eterno piacere. Il Vedantasutra conferma questo: anandamayo 'bhyasat: "Per natura l'anima spirituale è piena di gioia. E nella Bhagavadgita (18.54): brahmabhutah prasannatma na socati na kanksati: non appena tu ti realizzi spiritualmente, non ci sarà più alternarsi di dolore e piacere.
Piacere significa "assenza del dolore". Da quando nella tua identità spirituale non ci sarà più dolore, ci sarà semplicemente piacere. Così il nostro sforzo dovrebbe dirigersi verso il riprendere il nostro originale corpo spirituale. Il nostro corpo spirituale è già là, ma è coperto dal corpo materiale e perciò stiamo sperimentando il dolore. Ma se in un modo o nell'altro togli la copertura del corpo materiale allora sarai semplicemente nel piacere. Perciò il nostro unico sforzo in questo corpo umano dovrebbe consistere nel far rivivere il nostro corpo spirituale. Questo processo è la coscienza di Krsna. Se tu semplicemente capisci Krsna, allora tu farai rivivere il tuo corpo spirituale.
Associazione Metafisica: Tu dici che noi abbiamo un corpo materiale ed anche un corpo spirituale. Lo spirito e la materia hanno preso nascita simultaneamente; o prima è nata la materia e poi è venuto lo spirito?
Srila Prabhupada: La materia è venuta dallo spirito. Dio dice, "Che sia la creazione." Dio è spirito e la creazione è materia  così Dio era là e la creazione materiale è sopraggiunta in seguito.
Associazione Metafisica: Perché il corpo spirituale si copre con il corpo materiale?
Srila Prabhupada: Quando una persona va in prigione deve togliersi i vestiti usuali e prendere quelli della prigione. Allo stesso modo chiunque entri nel mondo materiale deve prendere un corpo materiale. Questa è la legge. Senza un corpo materiale come puoi sentire piacere nel senso materiale del godimento? E' proprio come una rappresentazione sul palcoscenico: se stai andando a recitare una certa parte, devi avere il vestito appropriato. Perciò questo corpo materiale è paragonato ad un vestito. Per esempio, ogni signora e signore seduti qui  ognuno di noi  ha un vestito differente.
Ma il nostro vestito è superficiale. Come esseri umani siamo uno. Allo stesso modo, ognuno di noi ha differenti abiti corporei ma spiritualmente siamo uno. E questo è vero per tutte le entità viventi: sono solo in differenti abiti corporei.
I vestiti sono calcolati in un totale di 8.4000.000 forme differenti. Nell'acqua ci sono 900.000 abiti differenti e ci sono 2.000.000 differenti tipi di alberi e piante. Ci sono 1.100.000 di specie di insetti, 1.000.000 di tipi di uccelli, 3.000.000 di tipi di animali e 400.000 forme di esseri umani. In questo modo l'entità vivente sta passando attraverso differenti vestiti.
E il vestito migliore è la forma umana, perché in questo vestito tu puoi capire cos'è Dio, cosa sei tu e cos'è la tua relazione con Dio. Allora puoi agire in quella relazione e tornare a casa, tornare da Dio. In questo vestito di forma umana tu hai sviluppato la coscienza.
Ma se perdi questa opportunità di capire Dio, allora ricadrai di nuovo all'interno del ciclo del processo evolutivo. Perciò non dovremmo usare male questa forma umana. Dovremmo utilizzarla adeguatamente per capire il Dio illimitato e la nostra relazione con Lui e agire sulla base di questa conoscenza. Questa è la perfezione della vita.
Associazione Metafisica: Molte grazie per aver parlato con noi.
Srila Prabhupada: Grazie per essere venuti qui. Hare Krsna.
















FESTA DELLA DOMENICA

La festa più bella del mondo

Visita un posto in cui danzare, cantare e suonare strumenti musicali per Dio è uno stile di vita.

Trascorri una serata con persone che tengono ai quesiti importanti della vita, e che ti possono far leggere dei libri con le risposte giuste.

Partecipa a una cerimonia antica di milioni di anni, che puoi imparare a fare anche a casa tua.

Assaggia uno squisito pranzo vegetariano cucinato per il Signore con ingredienti vegetariani freschissimi e servito gratuitamente in una gioiosa e congeniale atmosfera di festa.

Vieni anche tu alla Festa della Domenica!

Ogni domenica pomeriggio al centro Hare Krsna più vicino.


BERGAMO, Villaggio Hare Krishna (da Medolago strada per Terno) CHIGNOLO D'ISOLA, Tel. 035/490706

BOLOGNA
Via Ramo Barchetta 2, Castagnolo Minore, BENTIVOGLIO
Tel. 051/863924

BRESCIA - Hare Krishna Club - via G. Rosa 17 - Tel. 030/7400995

CATANIA
Centro Culturale Govinda - Via San Nicolò al Borgo, 28
Tel. 095/552252

FIRENZE
Villa Vrindavana
Via degli Scopeti, 108
San Casciano in Val di Pesa
Tel. 055/820054

MACERATA
Centro Nityananda
Contrada San Paterniano, 4
POTENZA PICENA
Tel. 0733/672314

NAPOLI
Via Vesuvio, 33/35  ERCOLANO
Tel. 081/7390398

PADOVA
Via Granze, 107  Camin
Tel. 049/760007

ROMA 00169
Via Tor tre teste, 142
Tel. 06/262913

SVIZZERA ITALIANA
Bellinzona - Fattoria Nandagrama -
Contone
Tel. 0041-92/622747















IL PRANZO LUNGO UN ANNO

I pastorelli erano contenti di pranzare sulle sponde del fiume con il loro amico Krsna. Come avrebbero potuto sapere che dopo un anno intero il pasto non sarebbe ancora stato terminato?



"Cari amici," disse Sri Krsna agli altri pastorelli, "Guardate che posto fantastico!" Egli li portò sulla sponda del fiume Yamuna macchiata di sole, dopo un'avventurosa mattinata nei pascoli al di fuori della città di Vrndavana.
"Questo è un posto ideale per pranzare. Poi potremo giocare sulle soffici, sabbiose rive del fiume."
Krsna Si rivolse al fiume scintillante e ne glorificò la bellezza.
"Guardate quei fiori di loto nell'acqua, i loro ampi petali aperti e odorate la loro fragranza che si estende intorno a noi. E ascoltate vicino agli alberi che si chiamano l'uno con l'altro e le loro grida si mischiano con il canto degli altri uccelli e i sussurri delle foglie. Questo è certamente il posto migliore per noi per pranzare. I vitelli possono stare vicino a noi, bere l'acqua della Yamuna e pascolare sull'erba gustosa."
Gli amici di Krsna erano contenti di percepire ciò che risuonava verso di loro come una splendente suggestione. Era tardi ed erano affamati, che cosa avrebbero potuto gradire di più del fatto che Krsna avesse trovato un posto perfetto per loro per sedersi e per mangiare. Così sciolsero i vitelli e si sistemarono in un grande circolo. Krsna sedette in centro e tutti i pastorelli si girarono verso di Lui, così mentre mangiavano potevano vederLo in faccia. Krsna era come il verticillo di un grande fiore di loto e gli altri ragazzi erano come i petali. Avevano tirato fuori insieme il pranzo dai contenitori che le loro madri avevano preparato per loro quel mattino presto. Allora cominciarono a mangiare e a scherzare gli uni con gli altri.
Ma non appena i ragazzi incominciarono a mangiare, con l'attenzione completamente assorbita in Krsna e nel cibo delizioso, dimenticarono che i vitelli stavano girovagando lontano attratti dalla nuova erba fresca nel profondo della foresta. Presto i vitelli furono completamente fuori dalla vista. Quando i ragazzi se ne accorsero si spaventarono e chiamarono Krsna in aiuto, come avevano sempre fatto quando erano in pericolo.
"Oh, Krsna!" piansero. "I vitelli sono scomparsi! Che dobbiamo fare?"
"Non preoccupatevi," rispose Sri Krsna, "E non interrompete il vostro pranzo. Divertitevi. Li cercherò Io Stesso."
Così, salvaguardando l'ansietà dei Suoi amici, il Signore Si alzò e Si incamminò alla ricerca dei vitelli perduti.
La Sua ricerca durò a lungo, guardando nei boschetti e nelle foreste, nelle grotte vicine e nelle crepe delle montagne. I vitelli non si trovavano da nessuna parte.
Ma Sri Krsna, Dio la Persona Suprema, sapeva ciò che era successo. Egli non cercò realmente i vitelli perché sapeva ogni cosa. Stava solo recitando la parte di un comune essere umano - solo per far piacere ai Suoi amici.
Così sapeva esattamente dov'erano i vitelli e sapeva anche che non avevano lasciato la sponda del fiume da soli. Erano stati portati via da niente meno che Brahma dalle quattro teste, l'essere celeste che dirige gli affari dell'universo. E mentre Krsna si divertiva arrampicandoSi intorno alle colline e guardando nelle caverne, tornando sul luogo del pranzo Brahma aveva ora usato i suoi poteri mistici per rapire i pastorelli. Nascose poi i ragazzi e gli animali in un luogo segreto e li fece sprofondare in un lungo e profondo sonno.
Krsna era consapevole anche della ragione per ciò Brahma stava giocando questi trucchi su di Lui.
Qualcuno aveva detto a Brahma che Dio la Persona Suprema stava vivendo nella piccola città di Vrndavana come un ragazzino di cinque anni di nome Krsna, il figlio di nanda. Nell'udire ciò, Brahma era scettico.
Così mise in atto un piano per mettere alla prova i poteri di Krsna.
Lui pensava, "dopo che i Suoi amici e gli animali saranno misteriosamente scomparsi cosa farà questo ragazzino Krsna?"
Ora, per la magia di Brahma, il luogo del picnic era deserto. Sri Krsna pensò, "Brahma ha portato via i ragazzi e gli animali. Come posso ritornare a Vrndavana da solo? Le madri dei ragazzi piangeranno di disperazione, e le madri dei vitelli si sentiranno male."
Immediatamente il Signore manifestò in una moltitudine di forme, ragazzi e vitelli del tutto somiglianti a quelli che Brahma aveva rapito. Ogni nuovo ragazzo era infatti Krsna, ma aveva le sembianze corporee e il comportamento di uno dei ragazzi originali; e lo stesso era per i vitelli.
Ristabilite le apparenze, i ragazzi e i vitelli ritornarono felici al villaggio.
Nessuno degli abitanti di Vrndavana sapeva ciò che era accaduto quel pomeriggio fuori nei pascoli. Vedevano semplicemente Krsna e i Suoi amici girovagare nel villaggio, dando occasionalmente piccoli colpetti ai vitelli con i bastoni per tenerli in ordine, alzando una nuvola di polvere dorata nel sole del tardo pomeriggio. Sembrava non ci fosse nulla di insolito e, come sempre, i ragazzi portarono i vitelli nelle loro stalle e poi andarono a casa.
Molto prima dell'arrivo dei ragazzi, le madri avevano udito il suono dei loro flauti. Ora le madri correvano fuori dalle case e abbracciarono i loro figli. A causa dell'affetto materno, il latte sgorgava loro dai seni ed esse permisero ai ragazzi di berlo. Sebbene non lo sapessero, la loro offerta non era ai loro figli, ma a Dio la Persona Suprema. Poi i ragazzi giocarono a casa come al solito. Anche durante la sera le madri fecero il bagno ai bambini, li decorarono con ornamenti, e diedero loro il cibo di cui avevano bisogno dopo una lunga giornata di lavoro. Nelle stalle le madri mucche che erano state via al pascolo durante il giorno, ora chiamavano i vitelli. I vitelli venivano gioiosamente e le madri leccavano i loro corpi.
Così le relazioni familiari per le mucche e i pastori rimasero immutate, ad eccezione che l'affetto delle madri per bambini cresceva e continuava a crescere giorno dopo giorno. Chiaramente, le donne e le mucche di Vrndavana avevano per Krsna un amore persino più grande di quello che provavano per la loro stessa prole. E per molti mesi Krsna mantenne Sé Stesso come i ragazzi e i vitelli di Vrndavana.
Un giorno, dopo che era passato un anno intero, Krsna e Suo fratello Balarama stavano nella foresta badando ad alcuni vitelli. All'improvviso notarono che le mucche che stavano pascolando in cima alla collina Govardhana guardavano giù verso i ragazzi e i vitelli nella valle. Vedendo i vitelli, le mucche iniziarono a correre verso di loro e precipitandosi giù dalla collina. Praticamente sciolte dall'amore per i vitelli, le mucche non si preoccupavano dell'irregolarità del sentiero lungo il pascolo. Con le loro mammelle piene di latte e le code sollevate andavano veloci verso i vitelli, versando latte sul terreno mentre correvano.
I vitelli nella valle erano più vecchi dei vitelli propri delle mucche  non si aspettavano di bere latte direttamente dalla mammella, ma solitamente si soddisfavano con l'erba. Tuttavia le mucche venivano di corsa verso di loro. Quando le mucche giunsero in basso, leccarono i corpi dei vitelli e i vitelli bevvero il latte delle mucche. Là sembrava vi fosse uno straordinario vincolo d'amore.
Mentre le mucche correvano giù dalla collina, gli uomini che si occupavano di loro cercarono di fermarle ma non vi riuscirono. Ora gli uomini si sentivano frustrati, vergognosi, e arrabbiati. Tuttavia quando scesero giù dalla collina e nella valle e videro i ragazzi che si occupavano dei vitelli si sentirono sopraffatti di amore paterno. Improvvisamente, la collera dei padri e la vergogna scomparvero, e amorevolmente presero in braccio i ragazzi. Dopo averli abbracciati, i padri riportarono le mucche sulla collina. Lungo la via, pensavano ai bambini, e le lacrime cadevano dai loro occhi.
Non appena Balarama notò questo profondo scambio d'amore tra le mucche e i vitelli e i padri e i ragazzi - quando né i vitelli né i ragazzi necessitavano di così tanta cura  incominciò a domandarsi come tutto ciò potesse succedere. Dopo un po' concluse, "questo è un arrangiamento di Krsna, e nemmeno io posso percepire il Suo potere mistico." In altre parole Balarama capiva che i ragazzi e i vitelli erano realmente espansioni di Sri Krsna.
Balarama interrogò Krsna sul fatto. "Mio caro Krsna," disse, "dapprima ho pensato che i ragazzi e i vitelli fossero grandi saggi o deva travestiti. Ma ora penso che essi siano effettivamente Tue espansioni. Tutti non sono altro che Te! Sei Tu Stesso che giochi il ruolo dei vitelli e dei ragazzi. Ti prego spiegami questo mistero. Dove sono andati dunque i vitelli e i ragazzi originali?"
Ora Sri Krsna spiegò brevemente come Brahma aveva rapito i ragazzi e i vitelli, e come Lui aveva nascosto il furto affinché le famiglie non ne soffrissero.
Mentre stavano parlando, Brahma ritornò a Vrndavana. Era trascorso solo un momento  per la sua cognizione del tempo. Ma secondo il calcolo umano, un intero anno era venuto e andato. In ogni modo, Brahma voleva vedere l'effetto dello scherzo del suo rapimento. Ma fu stupito nel vedere che i ragazzi e i vitelli stavano ancora giocando con Krsna, proprio come avevano fatto un anno prima! Come poteva essere? Lui era sicuro di averli fatti cadere in un sonno profondo con il suo incantesimo mistico. "Com'è possibile," si meravigliò, "che sembra che siano là a giocare con Krsna?!"
Mentre Brahma osservava la scena, accadde qualcosa di persino più meraviglioso. Per convincere Brahma che quelli non erano i ragazzi e i vitelli originali, Krsna trasformò le Sue espansioni in forme di Visnu a quattro braccia. Con carnagione blu e abiti gialli. Avevano tutti quattro mani e tenevano una mazza, un disco, un fiore di loto e una conchiglia. Sulle loro teste indossavano caschi ingioiellati che brillavano. Anche perle, orecchini, braccialetti, e ghirlande di fiori decoravano i loro meravigliosi corpi, e vi erano campanelli dorati attorno alle loro vite e gambe, splendidi anelli sulle loro dita e file di gemme attorno ai loro armoniosi colli. Questa mostra di potenza divina lasciò Brahma completamente confuso.
In quel momento Krsna ebbe compassione del deva. Vide che la mente di Brahma stava vacillando, così decise di far ritornare le cose come erano prima della Sua espansione come vitelli e pastorelli. Liberato dalla sua confusione, Brahma sentì che si stava svegliando come da uno stato di morte. Davanti a lui vide Sri Krsna che faceva la parte di un pastorello  tenendo nella Sua mano sinistra un pezzettino di cibo - e cercava i vitelli e gli amici perduti, proprio come stava facendo un anno prima.
Con grande devozione, Brahma si inchinò a terra davanti al Signore, i suoi quattro elmi toccarono i piedi di loto di Krsna. Gioiosamente, Brahma lavò con le sue lacrime i piedi di Krsna. Ripetutamente cadeva e si alzava, glorificando Krsna e ricordando le Sue meravigliose attività. Avendo svuotato il suo cuore Brahma stava in piedi, si asciugò gli occhi con le mani e con il permesso del Signore, ritornò alla sua dimora convinto dell'identità di Krsna come Dio la Persona Suprema.
Krsna aveva lasciato i Suoi amici pastorelli che mangiavano sulla sponda della Yamuna  un anno prima. Poi Brahma aveva addormentato i ragazzi e li aveva nascosti, ma i ragazzi non sapevano niente di ciò. Ora Krsna li aveva riportati indietro, li svegliò, e si diresse sul luogo del picnic come se nulla fosse successo. Era trascorso un anno intero, ma i pastorelli pensavano che Lui fosse ritornato dopo essere stato via solo un momento. Risero: Krsna non poteva mai lasciarli se non per poco. Sopraffatti dalla gioia, Lo salutarono. "Caro Krsna, sei ritornato così in fretta! Per favore, vieni e unisciti a noi. Mangiamo insieme." Krsna sorrise e accettò il loro invito. Ancora una volta gioiva al momento del pasto della compagnia dei Suoi amici, i pastorelli.

Adattato dal Libro di Krsna, di Sua Divina Grazie A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Il Lavaggio Del Cervello

Nell'ottobre del 1976 a Queens, New York, la giuria del tribunale, accusò il presidente del tempio dell'ISKCON di New York, AdiKesava, di estorsione e "imprigionamento attraverso il lavaggio del cervello". A metà febbraio di quell'anno, un mese prima che il giudice della Corte Suprema dello Stato, J. Leahy, respingesse il caso alla corte, AdiKesava, andò al tempio dell'ISKCON di Mayapur, India, per prendere consiglio dal suo maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Quel che segue è un estratto dalla loro conversazione sul soggetto "lavaggio del cervello", tratto dal diario del segretario di Srila Prabhupada.

17 febbraio, 1977: Srila Prabhupada disse, "Il mondo intero è sotto un concetto errato, e noi gli stiamo dando la conoscenza. E dicono ancora che noi stiamo lavando loro il cervello. Le persone in generale non sanno che il corpo ha valore solo fino a quando è presente l'anima. Quindi il loro cervello è sporco e deve essere lavato, o la civiltà umana è perduta". In seguito Srila Prabhupada parlò di questo argomento: "Noi non stiamo lavando il cervello, ma stiamo dando il cervello. Dov'è il vostro cervello? Prima di tutto dovete avere un cervello; allora potete parlare di lavarlo. Voi non sapete chi siete. Prendiamo un uomo morto e uno vivo  qual è la differenza? Poiché voi non sapete, non avete cervello, e perciò fraintendete. Per dimostrarlo noi possiamo darne prova alla corte con la Bhagavadgita. Possiamo provare che voi non avete cervello. Siete come cani e gatti, anche se vi atteggiate a filosofi. Per secoli questa informazione è mancata: tatha dehantara praptir, 'L'anima cambia, un corpo dopo l'altro'. Una persona che ha cervello capirà questa semplice logica. Il corpo cambia dall'infanzia alla giovinezza. Quando subentra un fatto rilevante, l'anima, viene a mancare, il corpo è morto. Dov'è il vostro cervello per poterlo comprendere? Arjuna fu rimproverato per questo da Krsna, che disse, 'Non hai cervello, e ti stai lamentando per il corpo'. Loro non conoscono i fatti come sono, nonostante questo fanno grandi discorsi. Dicono che la vita è una combinazione di elementi chimici; ma allora mischiateli e fate sì che la vita appaia. Non potete farlo. State imbrogliando la gente. Non avete per niente cervello.".
AdiKesava (nella parte di antagonista): "Ma io ho un cervello; quindi, posso parlare con te".
Srila Prabhupada: "Qual è la differenza tra il parlare e l'abbaiare di un cane? Un cane dà l'allarme quando qualcuno viene a distanza, persino più di un uomo. Il tuo parlare non è prova di cervello.
AdiKesava: "Ma noi abbiamo scienza e arte".
Srila Prabhupada: Qualsiasi cosa abbiate, non potete rispondere alla domanda ultima. Il vero potere è all'interno del corpo. Perché lui è là, il corpo cambia. Il corpo è come un vestito. Dovreste fare riferimento alla Bhagavadgita.
AdiKesava: "Un'altra protesta è che loro dicono che noi con il lavaggio del cervello facciamo perdere a una persona la propria identità.
Srila Prabhupada: "Ma chi sono loro? Loro non sanno chi sono. Stanno identificando il proprio sé con il corpo. Quello è il lavaggio del cervello.
AdiKesava: "Bè, loro possono dire che 'Tutta questa discussione sull'anima è al di là della nostra conoscenza'.
Srila Prabhupada: "E' al di là della nostra conoscenza" significa che voi non potete capire.



19 febbraio 1977: Questa mattina Srila Prabhupada richiamò tutti i sannyasi [predicatori della coscienza di Krsna che praticano la completa rinuncia]. "Siate convinti di ciò," disse. "Io sto dicendo che tutti nel mondo non hanno cervello, e noi stiamo solo dandoglielo. Perché dico questo? Perché io sfido gli scienziati del mondo e i grandi pensatori: 'Producete una macchina come il corpo'. Ma loro non possono. La macchina è prodotta da Dio.
Effettivamente, non è Dio stesso l'artefice di questa macchina. La Sua servitrice, l'energia materiale, fa la macchina. Potete vedere la sua intelligenza. 'Il Signore Supremo è situato nel cuore di ognuno' dice la Bhagavad-gita. Io sono un uomo comune, e tuttavia posso fare queste cose  non direttamente, ma domandandolo ai miei discepoli. Allora perché Dio non può farlo? La macchina del corpo è prodotta dalla Sua natura materiale. Com'è fatta? Non lo sanno. Se io li sfido a produrre una simile macchina, loro non possono farlo. Noi dovremmo dare il cervello per conoscere come questa macchina è stata fatta da maya o energia materiale. Noi non dovremmo essere stupidi e accettare semplicemente qualsiasi cosa che dicono gli scienziati, dicendo, 'Si, tu hai ragione'. No. In ogni occasione dobbiamo dire, 'Voi state sbagliando. Non avete cervello'".
AdiKesava: Be', loro dicono che hanno effettivamente creato una macchina che è ancora più complessa di quella di un uomo.
Srila Prabhupada: Ma quella macchina è adoperata da un altro uomo. E chi ha fatto quell'uomo? Loro non possono nemmeno capire la natura materiale di Dio e che dire del Supremo.
AdiKesava: Quando noi discutiamo così, loro cambiano argomento.
Srila Prabhupada: Perché glielo permettete? Fermateli.
AdiKesava: Be', diranno, 'State parlando di religione...'.
Srila Prabhupada: Noi non stiamo parlando di religione! Voi non conoscete la religione. Noi stiamo parlando di macchine. Un animale non ha religione. Dopo potremo parlare di questo. Ora parliamo di macchine. La religione è molto distante da voi. E anche se potete costruire una macchina vivente, queste macchine ora sono create in un numero tale che voi state cercando di fermare la loro creazione con l'aborto. La natura ne ha già prodotte tante che se voi ne creaste una che merito avreste?
AdiKesava: Diranno, noi faremo una macchina migliore di quella che ha fatto Dio.
Srila Prabhupada: Oh! Voi non siete in grado di catturare un serpentello, e ora state dicendo che catturerete un cobra.
AdiKesava: Be', neanche voi potete fare un cervello.
Srila Prabhupada: Noi non diciamo di avere un grande cervello. Noi siamo servitori. Il nostro Maestro mostrerà il cervello. Ma voi siete mascalzoni senza Dio. Voi avete l'obbligo di provarlo su di voi.















Libri

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.



Non aveva niente in comune con gli attuali dirigenti, parziali e inetti, che assicurano la protezione di un essere e permettono il massacro di un altro. Poiché era un devoto del Signore, sapeva regnare in modo che tutti - uomini, animali e piante - vivessero felici. Non aveva alcun interesse egoistico. L'egoismo può essere convergente o divergente, cioè accentrato su sé stessi o esteso intorno a sé; ma l'unico interesse di Maharaja Pariksit era quello di soddisfare il Signore Supremo, la Verità Assoluta. Il re è il rappresentante del Signore, perciò il suo interesse deve armonizzarsi con quello del Signore. Il Signore Supremo desidera che tutti gli esseri Gli obbediscano e trovino così la felicità. Perciò, l'unico desiderio di un re dev'essere quello di guidare i suoi sudditi sulla via del ritorno al regno di Dio. Le attività dei cittadini devono quindi essere coordinate verso questo fine.
Durante il governo di un sovrano che rappresenta il Signore Supremo, il regno abbonda di opulenza e gli uomini non sentono alcun bisogno di consumare carne animale. Cereali, latte, frutta e verdure sono in quantità sufficiente per tutti, e uomini e bestie possono mangiarne a sazietà. Quando tutti gli esseri sono nutriti e protetti a loro soddisfazione, e rispettano le regole delle Scritture, non c'è alcuna possibilità di conflitto tra loro. L'imperatore Pariksit era degno del proprio titolo, perciò tutti, nel suo regno, erano felici.



VERSO 13


tat sarvam nah samacaksva
prsto yad iha kincana
manye tvam visaye vacam
snatam anyatra chandasat

tat: quello; sarvam: tutto; nah: a noi; samacaksva: spiega chiaramente; prstah: domandato; yat iha: qui; kincana: tutto quello; manye: noi pensiamo; tvam: tu; visaye: in tutti i soggetti; vacam: delle parole; snatam: pienamente istruito; anyatra: eccetto; chandasat: parti dei Veda.



TRADUZIONE

Noi sappiamo che sei perfettamente esperto in tutti i soggetti, eccetto alcuni passi dei Veda, e sei quindi in grado di rispondere chiaramente a tutte le domande che ti abbiamo rivolto.



SPIEGAZIONE

La differenza tra i Veda e i Purana è paragonabile a quella che distingue i brahmana dai parivrajaka (predicatori eruditi). I brahmana hanno la funzione di compiere sacrifici interessati come raccomandano i Veda; i parivrajaka, invece, si dedicano alla diffusione generale della conoscenza spirituale. Perciò, i parivrajaka, o parivrajakacarya, non sempre sono esperti nel pronunciare i mantra vedici, come fanno i brahmana, che conducono i riti vedici rispettando alla lettera la metrica e gli accenti. Non si dovrebbe credere però che i brahmana siano più importanti dei predicatori erranti. Nonostante alcune diversità, non sono differenti gli uni dagli altri, perché tendono, per vie diverse, allo stesso scopo.
Non c'è alcuna differenza fondamentale neppure tra l'essenza dei mantra vedici e l'oggetto dei Purana e delle Itihasa. Srila Jiva Gosvami sottolinea che la Madhyandinasruti descrive tutti i Veda - il Sama, l'Atharva, il Rg, lo Yajus, i Purana, le Itihasa, le Upanisad, ecc. - come emanazioni del respiro dell'Essere Supremo. L'unica vera differenza è che i mantra vedici cominciano per lo più con il pranava omkara, ed è necessaria un'assidua pratica per giungere a rispettarne la pronuncia e la metrica. Questo non significa però che lo SrimadBhagavatam abbia un'importanza minore dei mantra vedici. Al contrario, rappresenta, come abbiamo visto, il frutto maturo di tutti i Veda. Inoltre sappiamo che il più perfetto degli esseri liberati, Srila Sukadeva Gosvami, anima già realizzata, è assorto nello studio dello Srimad-Bhagavatam. E Sri Suta Gosvami ne segue l'esempio, perciò la sua posizione non viene affatto sminuita solo perché egli non eccelle nell'arte di cantare i mantra vedici seguendo tutte le regole della metrica: arte che dipende più dalla pratica che da una realizzazione tangibile. La vera realizzazione è più importante della ripetizione meccanica di vibrazioni sonore, di cui è capace anche un pappagallo.



VERSO 14


suta uvaca
dvapare samanuprapte
trtiye yugaparyaye
jatah parasarad yogi
vasavyam kalaya hareh

sutah: Suta Gosvami; uvaca: disse; dvapare: nella seconda era; samanuprapte: all'avvento di; trtiye: terza; yuga: era; paryaye: invece di; jatah: nacque; parasarat: da Parasara; yogi: il grande saggio; vasavyam: nel grembo della figlia di Vasu; kalaya: l'emanazione plenaria; hareh: del Signore Supremo.



TRADUZIONE

Suta Gosvami disse:
Al tempo in cui il secondo yuga si sovrapponeva al terzo, apparve il grande saggio Vyasadeva, nato da Parasara e da Satyavati, la figlia di Vasu.



SPIEGAZIONE

I quattro yuga si susseguono in ordine cronologico: Satya, Dvapara, Treta e Kali. Ma succede talvolta che uno si sovrapponga all'altro. Durante il regno di Vaivasvata Manu, per esempio, nel ventottesimo ciclo delle quattro ere, il terzo yuga precede il secondo. In questa era, Sri Krsna sceglie di apparire, perciò il corso abituale del tempo subisce alcune alterazioni.
Il grande saggio Vyasadeva ebbe come madre Satyavati, la figlia di Vasu, il pescatore, e per padre il grande saggio Parasara Muni. Questa è la storia dell'apparizione di Vyasadeva. Ogni era si divide in tre periodi, detti sandhya, e Vyasadeva apparve nel terzo sandhya di questo dvapara-yuga molto particolare.



VERSO 15


sa kadacit sarasvatya
upasprsya jalam sucih
vivikta eka asina
udite ravimandale

sah: egli; kadacit: una volta; sarasvatyah: sulle rive del fiume Sarasvati; upasprsya: dopo aver terminato le sue abluzioni mattutine; jalam: acqua; sucih: essendo purificato; vivikte: in un luogo solitario; ekah: da solo; asinah: essendo seduto; udite: al sorgere; ravimandale: del globo solare.



TRADUZIONE

Un giorno, al sorgere del sole, Vyasadeva, dopo le sue abluzioni mattutine nelle acque del Sarasvati, si sedette da solo per meditare.



SPIEGAZIONE

Il fiume Sarasvati scorre nella regione di Badarikasrama, nell'Himalaya, e il luogo preciso al quale si riferisce questo verso è Samyaprasa, dove dimora Vyasadeva. Anche Samyaprasa si trova nella regione di Badarikasrama.



VERSO 16


paravara-jnah sa rsih
kalenavyaktaramhasa
yugadharmavyatikaram
praptam bhuvi yuge yuge

paraavara: passato e futuro; jnah: colui che conosce; sah: egli; rsih: Vyasadeva; kalena: nel corso del tempo; avyakta: non manifestato; ramhasa: con forza; yugadharma: le attività proprie di una certa era; vyatikaram: anomalie; praptam: essendo aumentate; bhuvi: sulla Terra; yuge yuge: differenti ere.



TRADUZIONE

Il grande saggio Vyasadeva, conoscendo il passato e il futuro, intuì le irregolarità che avrebbero caratterizzato l'era successiva. Forze invisibili agiscono nel corso del tempo e lo turbano; tali alterazioni appaiono sulla Terra in differenti ere.



SPIEGAZIONE

Poiché sono anime liberate, i grandi saggi come Vyasadeva possono chiaramente vedere il passato e il futuro. Egli poteva quindi prevedere i futuri sconvolgimenti dell'era di Kali e prendere le misure necessarie affinché gli uomini potessero gradualmente raggiungere la perfezione dell'esistenza anche in questa età di tenebre. La gente di questa era ha troppo interesse per la materia, che è temporanea, e nella sua ignoranza si rivela incapace di riconoscere i veri valori della vita e ricevere la luce della conoscenza spirituale.



VERSI 1718

bhautikanam ca bhavanam
saktihrasam ca tatkrtam
asraddadhanan nihsattvan
durmedhan hrasitayusah

durbhagams ca janan viksya
munir divyena caksusa
sarvavarnasramanam yad
dadhyau hitam amoghadrk

bhautikanam ca: anche di tutto ciò che è fatto di materia; bhavanam: azioni; saktihrasam ca: e il deterioramento della potenza naturale; tat-krtam: reso da ciò; asraddadhanan: dei miscredenti; nihsattvan: impazienti per mancanza di virtù; durmedhan: di poca intelligenza; hrasita: ridotta; ayusah: la durata dell'esistenza; durbhagan ca: anche sfortunati, janan: gli uomini; viksya: vedendo; munih: il saggio; divyena: trascendentale; caksusa: con la visione; sarva: di tutti; varnaasramanam: i varna e gli asrama; yat: che; dadhyau: medito su; hitam: il bene; amoghadrk: colui che è dotato della conoscenza perfetta.



TRADUZIONE

Il grande saggio, maestro della conoscenza perfetta, poté osservare, grazie alla sua visione trascendentale, gli effetti devastatori di questa era su tutte le cose materiali. Poté anche comprendere che gli uomini, miscredenti, sfortunati, di scarsa intelligenza, avrebbero visto la durata della loro vita ridursi e l'impazienza roderli per mancanza di virtù. Meditò dunque sul modo di servire l'interesse di tutti gli uomini, a qualunque varna e asrama appartenessero.



SPIEGAZIONE

Le invisibili forze del tempo sono così potenti che prima o poi fanno sprofondare nell'oblio ogni cosa materiale. Nel corso del kaliyuga, ultimo di un ciclo di quattro ere, la qualità degli oggetti materiali risente ancor più dei deterioramenti del tempo. In questa era la durata del corpo materiale e della memoria decresce considerevolmente per la massa degli uomini. La materia stessa riduce i suoi doni. La terra non produce più tanti cereali come nelle ere passate. La mucca non dà più altrettanto latte. Minore anche la produzione di frutta e verdura. Perciò tutti gli esseri, uomini e bestie, si nutrono in modo insufficiente, come qualità e come quantità. Per mancanza di queste necessità vitali, la longevità si trova naturalmente ridotta, la memoria accorciata, l'intelligenza impoverita e i rapporti tra gli esseri carichi d'ipocrisia.
Il grande saggio Vyasadeva poteva prevedere tutto questo grazie alla sua visione trascendentale. Come l'astrologo può profetizzare l'avvenire, o l'astronomo predire il momento di eclissi solare o lunare, coloro che vedono attraverso le Scritture, cioè le anime liberate, sanno predire il futuro dell'umanità grazie alla visione acuta che conferisce loro l'elevazione spirituale. Questi spiritualisti, che sono naturalmente tutti devoti del Signore, sono sempre impazienti di agire per il bene dell'umanità. Essi sono i veri amici dell'umanità, al contrario degli pseudoleaders, incapaci di prevedere ciò che accadrà dopo cinque minuti. L'era di Kali non risparmia nessuno: i capi come il resto degli uomini sono tutti sfortunati e non hanno più fede nella verità spirituale. Tutti sono costantemente assaliti da varie malattie che non esistevano nelle ere passate, in cui le condizioni di vita non erano così sfavorevoli Gli uomini di questa era accrescono ancor più la loro sfortuna rifiutandosi di ascoltare gli spiritualisti che rappresentano Srila Vyasadeva e che, seguendo il suo esempio, si dedicano totalmente a cercare il modo di aiutare tutti gli uomini, di ogni varna e asrama, senza nutrire alcun interesse personale. I più grandi filantropi sono perciò coloro che rappresentano Vyasa, Narada, Madhva, Caitanya, Rupa, Sarasvati, ecc. e diffondono la loro missione. Tutti sono ugualmente validi. Senz'altro le loro personalità differiscono, ma lo scopo della loro missione è lo stesso: liberare le anime cadute per ricondurle a Dio, nella loro dimora originale.



VERSO 19


caturhotram karma suddham
prajanam viksya vaidikam
vyadadhad yajnasantatyai
vedam ekam caturvidham

catuh: quattro; hotram: fuochi di sacrificio; karma suddham: purificazione delle attività; prajanam: degli uomini; viksya: dopo aver visto; vaidikam: secondo i riti vedici; vyadadhat: divise; yajna: sacrificio; santatyai: per sviluppare; vedam ekam: un solo Veda; catuhvidham: in quattro divisioni.



TRADUZIONE

Egli vide che i sacrifici vedici rappresentavano il modo con cui gli uomini potevano purificare le loro occupazioni, e per semplificarne lo svolgimento divise il Veda originale in quattro parti da diffondere tra gli uomini.



SPIEGAZIONE

In origine esisteva solo un Veda, lo Yajus, che descriveva le quattro forme di sacrificio. Per rendere più facili questi sacrifici e permettere così ai membri dei quattro varna di purificare le loro attività, Vyasadeva divise il Veda originale in quattro parti, che corrispondono alle quattro forme di sacrificio. Ai quattro Veda - il Rg, lo Yajus, il Sama e l'Atharva - si aggiungono i Purana, il Mahabharata, le Samhita, ecc., che costituiscono il quinto Veda.
Sri Vyasadeva e i suoi numerosi discepoli furono tutti grandi personaggi, che mostrarono immensa bontà per le anime cadute del kaliyuga. Per queste anime, i Purana e il Mahabharata furono compilati sullo sfondo di avvenimenti storici che spiegano gli insegnamenti dei quattro Veda. Non dobbiamo dubitare neanche per un istante del valore autentico di queste Scritture e della loro appartenenza ai Veda. Anche la Chandogya Upanisad (7.1.4) afferma che i Purana e il Mahabharata, generalmente conosciuti come racconti storici, costituiscono il quinto Veda. E secondo Srila Jiva Gosvami, il valore di una Scrittura si giudica proprio facendo riferimento ai Testi che hanno autorità in materia.



VERSO 20


rgyajuhsamatharvakhya
vedas catvara uddhrtah
itihasapuranam ca
pancamo veda ucyate

rgyajuhsamaatharvaakhyah: i nomi dei quattro Veda; vedah: i Veda; catvarah: quattro; uddhrtah: estratti; itihasa: documenti storici (il Mahabharata); puranam ca: e i Purana; pancamah: il quinto; vedah: la fonte originale del sapere; ucyate: è detto essere.



TRADUZIONE

Il Veda originale, fonte del sapere, fu diviso in quattro parti. Si dice tuttavia che le Itihasa e i Purana, composti di racconti storici autentici, costituiscano il quinto Veda.



VERSO 21


tatrargvedadharah pailah
samago jaiminik kavih
vaisampayana evaiko
nisnato yajusam uta

tatra: poi; rgvedadharah: maestro del Rgveda; pailah: il rsi di nome Paila; samagah: quello del Samaveda; jaiminih: il rsi di nome Jaimini; kavih: altamente qualificato; vaisampayanah: il rsi di nome Vaisampayana; eva: soltanto; ekah: unico; nisnatah: molto esperto; yajusam: dello Yajur-veda; uta: e.



TRADUZIONE

Diviso il Veda in quattro parti, Paila Rsi divenne il maestro del Rgveda, Jaimini il maestro del Sama-veda, e Vaisampayana dello Yajurveda, che costituì la sua propria gloria.



SPIEGAZIONE

I differenti Veda furono affidati a diversi saggi eruditi perché li sviluppassero a loro volta.



VERSO 22


atharvangirasam asit
sumantur daruno munih
itihasapurananam
pita me romaharsanah

atharva: l'Atharvaveda; angirasam: al rsi Angira; asit: fu affidato; sumantuh: anche conosciuto come Sumantu Muni; darunah: seriamente dedito; munih: il saggio; itihasapurananam: dei Racconti storici come i Purana; pita: padre; me: mio; romaharsanah: il rsi Romaharsana.



TRADUZIONE

Al saggio Angira, Sumantu Muni, dalla fervente devozione, fu affidato l'Atharvaveda, e a mio padre, Romaharsana, i Purana e i documenti storici.



SPIEGAZIONE

Anche gli srutimantra descrivono Angira Muni come un rigido aderente ai severi principi dell'Atharvaveda e capo dei seguaci di questo Veda.



VERSO 23


ta eta rsayo vedam
svam svam vyasyann anekadha
sisyaih prasisyais tacchisyair
vedas te sakhino 'bhavan

te: essi; ete: tutti; rsayah: saggi eruditi; vedam: i Veda; svam svam: che erano stati loro rispettivamente assegnati; vyasyan: affidarono; anekadha: numerosi; sisyaih: discepoli; prasisyaih: discepoli dei discepoli; tatsisyaih: i loro propri discepoli; vedah te: seguaci di ciascuno dei Veda; sakhinah: con diversi rami; abhavan: divennero.



TRADUZIONE

E ciascuno di questi saggi eruditi affidò a sua volta il Veda che gli era stato assegnato ai suoi numerosi discepoli, i quali fecero altrettanto con i propri discepoli, e così via; perciò apparvero diverse linee nella tradizione vedica.



SPIEGAZIONE

I Veda costituiscono la fonte originale del sapere. Non esiste ramo del sapere, materiale o spirituale, che non derivi dal testo originale dei Veda; tutte le sue divisioni non sono che sviluppi della conoscenza iniziale, trasmessa in origine da grandi maestri, rispettabili ed eruditi. In altre parole, la conoscenza vedica, suddivisa in diversi rami da differenti successioni di maestri spirituali, fu poi diffusa nel mondo. Perciò nessuno può pretendere di possedere una conoscenza che non appartenga già ai Veda.

(continua nel prossimo numero)















PERCHÉ' E COME MEDITARE

Perché la meditazione sta diventando così popolare al giorno d'oggi? Cos'è che fa sentire a una persona mentre medita che ciò è così piacevole? Per rispondere a queste domande lo psicologo Lawrence Le Shan ha intervistato molte persone che meditano. Per Le Shan, la risposta che maggiormente riassume l'esperienza della meditazione era, "E' come andare a casa".
La "casa", naturalmente è un luogo felice e sicuro a cui sentiamo di appartenere e siamo amati per quel che siamo. La casa è piena di parenti e amici che ci sostengono. La casa ci protegge dai pericoli del mondo, mentre ci permette di apprendere allo stesso tempo quali sono le occasioni del mondo che ci possono procurare felicità. Ma oggi sfortunatamente, il sentimento di essere "a casa" è sempre più raro.
Filosofi, psicologi e politici descrivono i nostri tempi con parole come "ansietà", "disperazione", "conflitto," "guerra calda", "guerra fredda", e "scontro futuro". Commentatori sociali ci dicono che la nostra società sta diventando sempre più meccanica, impersonale, e indifferente alle necessità umane. Persino in paesi ricchi e relativamente sicuri come gli Stati Uniti, le famiglie si spostano incessantemente da un quartiere all'altro o da un appartamento all'altro, e se per puro caso si ottiene sicurezza fisica, rimane ancora tuttavia un diffuso sentimento di essere senza casa. La gente non sa, in mezzo a un costante mutamento della società e a un grossolano commercialismo, dove riporre la propria fiducia, dove appoggiare il proprio cuore. Infine, persino le più semplici funzioni della vita (bere acqua, mangiare e respirare) ci possono causare ansietà a causa della minaccia di inquinamento.
E' naturale per noi volerci sentire a casa. Tuttavia, come vediamo, la nostra tesa civilizzazione a velocità rompicollo fallisce nel darci quel sentimento familiare. Infatti, la civilizzazione moderna spesso ci spaventa, facendoci alzare la pressione sanguigna, facendo fluire adrenalina e ci costringe a cercare energici soccorsi. Alcuni combattono la loro paura con bere, con droghe e/o con la televisione. Tuttavia, questo tipo di sollievo è temporaneo, superficiale, e poco piacevole. Smorzare la consapevolezza di un problema non lo risolve.
Nel cercare una soddisfacente soluzione più permanente a questi problemi, molte persone (inclusi dottori e psicologi) si sono rivolti alla meditazione e hanno ottenuto imponenti risultati. Il Dr. Daniel Goleman riferisce che "l'abilità a trattare lo stress aumenta con la pratica della meditazione". Gli scienziati stanno scoprendo che la meditazione può migliorare in modo significativo la salute fisica e mentale di una persona. Il Dr. Le Shan nota "Vi è nella vita di ogni giorno (di coloro che meditano) una più grande efficienza ed entusiasmo". E la meditazione procura tutto ciò senza nessun effetto nocivo.
Per di più, quando leggiamo manuali di meditazione (la Bhagavadgita così com'è, per esempio), troviamo che la pace della mente e il sollievo dallo stress sono solo piacevoli sottoprodotti associati al raggiungimento di una meta persino più alta di quella di colui che medita.
D'altra parte come la Bhagavadgita spiega, la meditazione toglie alla persona l'ignoranza e le abitudini malsane in modo naturale, senza nocive repressioni, permettendole di esperimentare un piacere più alto. Per esempio le persone fumano le sigarette e indulgono in alcool e droghe perché ne traggono un certo piacere. Tuttavia, durante la pratica della meditazione, colui che medita esperimenta gradualmente livelli sempre più alti di un piacere interiore che supplisce al suo desiderio di sostanze malsane. Questo stesso principio opera per porre rimedio a reazioni psicologiche dannose come l'ansietà, lo stress, la collera ingiustificata. La meditazione permette all'individuo di contattare le tendenze psicologiche sane già esistenti in lui. Questa esperienza salutare è così intrinsecamente remunerativa che colui che medita incomincia ad essere attratto naturalmente verso le salubri tendenze nella vita di ogni giorno.
La sorgente di questo piacere più alto esperimentato nella meditazione è un liberato e illuminato sé. Sri Krsna dice nella Bhagavadgita che questo stato illuminato "è caratterizzato dalla propria abilità di vedere il proprio sé con una mente pura e di gustare e gioire nel sé". La Gita spiega anche che quando una persona medita collega la sua coscienza individuale ad una amorevole reciproca relazione con l'Essere Supremo (Dio o Krsna), l'esperienza di illuminazione si sviluppa al suo più alto potenziale e diventa permanente. "Essendo situati in tale posizione", dice la Gita, "non si è mai scossi, neppure in mezzo alla più grande difficoltà. Questa è infatti la vera libertà da tutte le miserie..."
Mentre si muove verso questa meta, colui che medita ha letteralmente il sentore di "ritornare a casa", come Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada descrive. "Casa", in questo contesto, significa che l'individuo realizza la sua vera identità ed è in grado di agire in accordo ad essa. La meditazione, allora non solo libera dall'angoscia, ma promuove anche l'espressione più completa possibile dello spirito umano.
O, come si dice, la miglior difesa è l'attacco. Il metodo migliore per difenderci dallo stress, dall'alienazione e dal sentimento di essere senza casa, è adottare una pratica che ci dirigerà verso la giusta direzione del "ritornare a casa", ritornare al nostro vero sé e ad una amorevole relazione con Krsna, Dio.



LA TECNICA
DELLA MEDITAZIONE

Come dice Geraldine Coster in Yoga e Psicologia Occidentale, "la religione moderna non promuove la ricerca della consapevolezza del sé in modo sufficiente da attrarre una mente scientifica o addirittura dotata di intelligenza critica". La Coster sente che la meditazione attrae questo tipo di persone, perché la meditazione è una tecnica pratica i cui benefici risultati sono esperimentati individualmente da colui che la utilizza.
Per raggiungere gli effetti benefici della meditazione non è richiesto nessun adeguamento mentale o intellettuale, come per esempio l'accettazione a priori di una serie di credi. La reale pratica della meditazione illumina la coscienza al punto che l'individuo esperimenta la verità, come esperienza reale di percezione diretta. In altre parole, la meditazione incarna lo spirito scientifico e non settario che attrae così tanto la gente moderna.
A questo punto sorge la domanda. Qual è la tecnica di meditazione che si adatta maggiormente ai tempi in cui viviamo? La sorprendente proliferazione di tecniche "alza coscienza", ha confuso molta gente, ma se consultiamo ancora le autorità classiche in materia troveremo una rassicurante unanimità: sia i maestri rispettabili che le scritture, raccomandano vivamente la meditazione sul mantra orale come mezzo migliore di esperimentazione della realizzazione spirituale e del più elevato piacere in questi giorni e in quest'era. E uno psicologo moderno come il Dr. John Heide (nel Journal of Humanistic Psychology), acconsentono prontamente. Meditazione e mantra sono, nelle parole di Heider, "necessari allo sviluppo della vita come per l'igiene dentale è necessario usare lo spazzolino regolarmente".
Il Dr. Abraham Maslow spiega che una persona, che conosca o no il processo in cui opera "...se soggettivamente la fa sentire meglio che con qualsiasi altro metodo, la nuova esperienza si convalida da sé... si giustifica da sé, diventa valida da sé." La pratica della meditazione sul mantra rapidamente prova da sé di essere quell'esperienza autogiustificata e autoconvalidata di cui Maslow parla qui.
La meditazione orale sul mantra è facile da apprendere e piacevole da praticare. Dopo che avete letto le seguenti istruzioni, potete immediatamente iniziare a praticare la meditazione a casa vostra, senza incorrere in costose spese di iniziazione.







LA MEDITAZIONE
SUL MAHAMANTRA

In India 500 anni fa, Sri Caitanya Mahaprabhu introdusse nell'era moderna la meditazione sul mantra iniziando liberamente tutti  senza distinzione di razza, religione o stato sociale  al canto del mantra più efficace di tutti, l'anticamente segreto Hare Krsna maha-mantra.
Maha significa "grande," man significa "mente," e tra significa "liberare." Quindi, mahamantra significa "la grande vibrazione sonora che libera la mente da condizioni indesiderabili." Nel libro Psychology of Consciousness, il Dr. Robert E. Ornstein dice, "Effettivamente, il 'magico' giace nel suono delle parole, che sono designate per avere un certo effetto sulla coscienza." Ascoltando semplicemente il suono di un mantra, una persona pulisce la propria mente da negative qualità psicologiche e simultaneamente coltiva qualità favorevoli.
Non c'è nessun bisogno di un mantra privato. Sri Caitanya Mahaprabhu, democratizzò la meditazione rendendo il mantra Hare Krsna disponibile per tutti nei termini più liberali. Lui insegnava, "Non ci sono rigide regole per il canto..." Una persona può cantare il mantra Hare Krsna dovunque e in qualsiasi momento, sia per sollevarsi dall'angoscia che per avanzare nella realizzazione spirituale. Tuttavia il mattino presto è un momento particolarmente favorevole per la meditazione. Inoltre la pratica della meditazione sul mantra Hare Krsna, procede più armoniosamente se vi dedicate un tempo specifico nel corso della giornata. Destinate un conveniente periodo di tempo che si adatta al vostro programma giornaliero, e se è possibile, gradualmente incrementate la vostra pratica fino a un'ora o più. Potrete organizzare la vostra pratica in due sessioni durante il giorno o la sera.
Per cantare il mantra Hare Krsna, assumete una posizione comoda, certo non distesi o dinoccolati (diventereste solo sonnolenti). Potete cantare seduti, in piedi, o camminando. Potete tenere gli occhi aperti o chiusi, potete alternare tra occhi aperti e occhi chiusi. Ripetete il mantra - Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/ Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare  in modo che sia da voi udibile per tutto il tempo che intendete meditare. (Accertatevi di muovere le labbra e le mandibole come nel pronunciare parole comuni.) Potete cantare come preferite, tanto ad alta voce, quanto sommessamente. Potete anche variare tono e inflessione. Ricordate, "Non ci sono rigide regole." La meditazione è una scienza personale, e le persone non sono macchine.
Non c'è nessun metodo meccanico per sviluppare il vostro potenziale. Per aver successo una tecnica di meditazione deve essere naturale, libera, e espressiva come lo siete voi.
Piuttosto che soffocare le vostre personali tendenze espressive naturali, la tecnica Hare Krsna opera con queste tendenze per stimolare lo scorrere naturale della meditazione.
Mentre cantate fissate semplicemente la mente sull'ascolto del suono del mantra. Quando parlate è naturale per voi ascoltare la vostra voce. Durante la meditazione dirigete questa attenzione naturale nell'ascoltare il mantra. La qualità della vostra meditazione dipende da quanto bene fate questo.
E' vero che durante la meditazione la vostra mente può vagare o sognare a occhi aperti. Quando ciò accade non combattetelo; riportate solamente la vostra attenzione all'ascolto del mantra. Come dice Sri Krsna nella Bhagavadgita (6.26), "Ovunque la mente vaghi a causa della sua natura agitata e instabile, deve essere ricondotta sotto il controllo del sé spirituale." Srila Prabhupada spiega, "La mente è inquieta per natura...ma può riposarsi nella vibrazione sonora di Krsna." La mente cerca conoscenza e piacere, e poiché li trova nel suono del mantra Hare Krsna, diventa pacifica e soddisfatta.
Le parole del mantra Hare Krsna provengono dall'antica lingua sanscrita. Hare significa "colui che porta via tutti i disturbi della mente" e "colui che risveglia tutte le qualità salutari." Hare significa pure "l'energia di potenza di piacere di Dio." Krsna e Rama sono nomi personali di Dio. Krsna significa "infinitamente affascinante." Rama significa "riserva di piacere." Quando colui che medita ripete questi suoni, il mantra gradualmente gli rivela il suo significato e ne intensifica l'avanzamento personale.
Ora avete tutto ciò di cui avete bisogno per iniziare a casa vostra la pratica della meditazione. Ripetete semplicemente il mantra Hare Krsna e ascoltatene il suono. Il progresso seguirà automaticamente. Un ultimo suggerimento  il vostro grado di progresso dipenderà anche dalla sincerità del vostro sentimento mentre cantate. Ricordate ancora che la meditazione è una scienza personale. Se incontrate delle difficoltà o se avete domande sulla meditazione del mantra Hare Krsna o sulla meditazione in generale, mettetevi in contatto con il centro Hare Krsna più vicino a voi, o scrivete alla rivista Ritorno a Krishna.
Vi auguro un dolce e piacevole viaggio di "ritorno a casa."















RISO
Un Dono di Krsna

Il riso è uno dei più antichi cereali conosciuti dall'uomo, nel corso della storia è stato un alimento principale nella dieta di quasi i 3/4 della popolazione del mondo, e ancora oggi è così. Gli scienziati hanno classificato circa 7.000 qualità diverse di riso, e hanno analizzato come, quando, e dove le principali varietà sono coltivate meglio, di che beneficio siano per la nostra nutrizione e quali elementi contengono. Sorprendentemente, tuttavia, nessuno scienziato è mai stato in grado di produrne un singolo chicco.
Perché sebbene abbiano in mano tutti gli elementi chimici necessari, gli scienziati non producono il riso o qualsiasi organismo vivente? Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ha spesso dibattuto questo punto in conversazioni con il suo discepolo Dr. Thoudam D. Singh, un chimico organico. Srila Prabhupada spiegava che gli scienziati non saranno mai in grado di produrre la vita, perché la vita non viene dalla materia ma dalla vita stessa, e in ultima analisi da Dio, o Krsna. Nel definire, un chicco di riso, gli scienziati, analizzando gli elementi, partono da un punto intermedio. Da dove provengono
quegli elementi? E da dove viene la vita all'interno di quegli elementi? Nonostante estese ricerche queste domande restano senza risposta per gli scienziati moderni.
Dall'altra parte, i devoti di Krsna, comprendono che sia la materia che la vita vengono da Lui, come Lui stesso dice nella Bhagavadgita (10.8): "Io sono la sorgente di tutti i mondi spirituali e materiali. Ogni cosa emana da Me". Così gli scienziati non possono creare nulla, animato o inanimato; possono semplicemente manipolare gli elementi che Krsna fornisce loro.
Tutto ciò di cui noi abbiamo bisogno per il nostro mantenimento proviene da Krsna. Perciò con un sentimento di gratitudine, noi dovremmo offrire il nostro cibo a Lui prima di mangiarlo.
Srila Prabhupada ha mostrato perfettamente questa gratitudine nella sua vita quotidiana. "Nella mia infanzia", disse una volta a uno dei suoi discepoli, "mi fu insegnato dai miei genitori di non sciupare mai l'energia di Krsna. Mi insegnarono che avrei dovuto raccogliere anche un piccolo chicco di riso che si era conficcato tra le assi del pavimento, portarlo alla fronte e mangiarlo per salvarlo dall'essere stato sciupato. Mi fu insegnato come vedere ogni cosa in relazione a Krsna. Questa è coscienza di Krsna".
Ma, qualcuno può chiedere, se Krsna è la sorgente di ogni cosa, che motivo c'è di offrire a Lui i nostri miseri pasti? Una domanda simile era solita confondermi mentre viaggiavo per l'India circa 10 anni fa, prima che fossi devota. Io vedevo i pellegrini che si bagnavano nel fiume Gange e poi mettevano un po' d'acqua nel palmo della mano e la rioffrivano al Gange. Mi sembrava strano che qualcuno potesse offrire acqua a un fiume  e specialmente acqua presa dallo stesso fiume!
In seguito compresi il principio che sta dietro l'offerta. Quando offriamo qualcosa a Krsna, non stiamo offrendo qualcosa che ci appartiene, poiché ogni cosa appartiene già a Lui. Ciò che noi offriamo a Krsna non accresce in nessun modo la Sua opulenza. Ma quando offriamo qualsiasi cosa abbiamo, anche se si trattasse solo di un piatto di riso, sviluppiamo la nostra devozione verso Krsna, proprio come i pellegrini sviluppano la loro devozione verso il Gange. Krsna ha anche arrangiato la natura così perfettamente che quando noi offriamo il nostro cibo a Lui e poi lo mangiamo per la nostra piena soddisfazione, siamo nutriti sia fisicamente che spiritualmente e progrediamo pacificamente sul sentiero che ci riporta a Dio. Uno dei principali ingredienti base della cucina di Sri Krsna è il riso, ed è usato in illimitati modi. Riso cucinato con erbe, spezie, condimenti, noci, uva passa. formaggio fatto in casa, legumi secchi, e succulenti vegetali diventa un primo piatto completo. Freddo, condito con yogurth diventa una portata ideale per un caldo giorno d'estate. Riso cotto lentamente con salse, legumi secchi, e vegetali produce un delizioso pasto unico. E riso bollito con latte e spezie dolci diventa un cremoso e delizioso budino. Potete macinarlo per farne farina, scaldarlo per farlo soffiato, o in fiocchi per fare frittelle, crocchette, dolciumi, e snacks. Il primo passo in qualsiasi ricetta di riso, naturalmente, è la scelta del riso più adatto. Riso paraboiled, precotto e a cottura istantanea sono esclusi da tutte le preparazioni Vediche. Mancano sia di gusto che di nutrimento. Inoltre è meglio offrire a Krsna ciò che avete cucinato voi stessi.
Il più adatto è il riso lungo, del quale ce ne sono tre eccellenti varietà: North Indian Patna, American Carolina, e Dehradun basmati (il preferito). La gente che coltiva, monda, e spula il riso basmati ha evitato l'imbianchimento, l'imperlinamento, la lubrificazione e il cospargimento di polvere che produce un riso commercialmente attraente ma ne diminuisce sapore e valore nutritivo. Potete acquistare il riso basmati nei maggiori negozi che vendono prodotti indiani e orientali, o nei negozi di primizie. (Negli stessi posti, troverete le spezie richieste per le ricette che seguono). Prima di cucinare il riso basmati dovete togliere pietruzze o altre cose estranee, lavarlo alcune volte in acqua fredda e quindi metterlo a bagno per una decina di minuti.
C'è un processo formale specifico che seguono i devoti nei templi per offrire il cibo a Krsna. Per la vostra offerta a casa, tuttavia, potete cominciare con poche semplici procedure. Prima di tutto, mentre preparate il piatto, cercate di ricordare che è per il piacere di Krsna. Secondo, non assaggiate mai la preparazione prima di averla offerta; è Krsna che ne dovrebbe godere per primo. Terzo, quando la preparazione è fatta, collocatene una porzione davanti a un'immagine di Krsna; quindi cantate Hare Krsna e pregate il Signore di accettare l'offerta.
I piatti di riso descritti sotto dovrebbero essere offerti caldi fumanti e guarniti con una pioggerella di ghee dorato, burro chiarificato. Per ora usate burro fuso; vi spiegheremo come fare il ghee in una prossima rubrica). Queste preparazioni possono costituire il centro di innumerevoli piatti per pranzi e cene che includono dal (una zuppa di legumi), vegetali, yogurth, salse, o insalata. Vi farà piacere sapere che il riso completa le proteine negli altri cibi; quando mangiate riso insieme a cibi come legumi, noci, o prodotti caseari, il totale valore nutritivo del cibo aumenta fino al 45%  un altro arrangiamento perfetto di Krsna.







Riso e piselli pilaff semplice
(Matur Palau)

Dosi per quattro persone

Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: 25 minuti
Una tazza di basmati o altro riso di buona qualità, non precotto, bianco e di grano lungo Due gusci neri o verdi di cardamomo, se li trovate
Tre cucchiai di ghee o olio vegetale
Sei chiodi di garofano
Una bacchetta di cannella 1-5 cm circa
1/3 di tazza di liste o fettine di mandorle pelate
Da una tazza e 2/3 a due tazze di acqua
Una tazza di piselli freschi o congelati
Da mezzo a un cucchiaino di sale

1. Battete leggermente ogni guscio di cardamomo per frantumarlo parzialmente.
2. Scaldate il ghee o l'olio vegetale in una casseruola pesante da circa due litri (una pentola antiaderente è l'ideale) a calore medio per un minuto. Aggiungete i chiodi di garofano, la bacchetta di cannella, i gusci di cardamomo schiacciati, e le mandorle e poi rosolate finché le mandorle cominciano a diventare di un pallido marroncino dorato.
3. Aggiungete il riso e rosolate per circa 4 minuti. Versate l'acqua, i piselli freschi, e il sale e mescolate. Alzate la fiamma e portate l'acqua a ebollizione completa. Quindi abbassate immediatamente la fiamma, coprite con un coperchio di misura, e cuocete lentamente senza mescolare da 15 a 25 minuti (dipende dal tipo di riso) o fino a che tutta l'acqua è stata assorbita e il riso è tenero e fioccoso. (Se usate piselli congelati, scongelateli in un colino sotto acqua calda corrente. Dopo che il riso ha cotto per 10 o 20 minuti (dipende dal tipo), togliete il coperchio e rapidamente cospargete i piselli sopra il riso. Rimettete il coperchio e continuate a cuocere per circa 5 minuti).










Riso e cavolfiori pilaff
(Gobhi Pulau)

Dosi per 6/8 persone
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura da 35 a 45 minuti
Ingredienti per preparare i cavolfiori:

3 hg e mezzo di cavolfiori, tagliati a cimette lunghe 2;5 e larghe 2 centimetri, lavati e completamente asciugati
1/4 di tazza di noce di cocco fresco o secco grattugiato, leggermente pressata
Un cucchiaio di peperoncini verdi tritati con i semi (se lo desiderate)
Un cucchiaio di radice di zenzero fresca raschiata e tritata
Due cucchiai di prezzemolo fresco tritato o foglie di coriandolo
Mezza tazza di yogurth semplice
Mezzo cucchiaino di curcuma
Un cucchiaino di sale
1/8 di cucchiaino di pepe nero appena macinato
Tre cucchiai di ghee o olio vegetale

Ingredienti per preparare il riso:

Una tazza di basmati o altro riso di buona qualità, non precotto, bianco e a grana lunga
Un cucchiaio e mezzo di ghee o olio vegetale
Una foglia di cassia o di alloro
Un cucchiaino e mezzo di semi di cumino
Mezzo cucchiaio di semi di mostarda neri
Due larghi gusci neri di cardamomo o quattro verdi, leggermente schiacciati
Da una tazza e 3/4 a due tazze di acqua
Un cucchiaio di zucchero o altro dolcificante
Sei spicchi di limone o di cedro per guarnire



Per preparare il cavolfiore:

1. Unite la noce di cocco grattugiata, il peperoncino verde tritato, lo zenzero tritato, il coriandolo o prezzemolo tritato e lo yogurth in un frullatore. Coprite e frullate fino a che diventa omogeneo. Versate in una piccola ciotola e mischiate con curcuma, sale e pepe.
2. Scaldate tre cucchiai di ghee o olio vegetale in un tegame pesante da 2 litri e mezzo su una fiamma media per un minuto. Versate i pezzetti di cavolfiore e rosolate per 5 o 6 minuti o fino a che il cavolfiore inizia a colorirsi. Versate la mistura con lo yogurth e mescolate bene. Cuocete fino a che il vegetale è asciutto e mezzo cotto.
3. Togliete la pentola dal fuoco e trasferitene il contenuto in una piccola terrina. Pulite la pentola.



Per cucinare il riso:

1. Scaldate un cucchiaio di ghee o olio vegetale in una casseruola da 2,5 litri a fuoco medio. Soffriggete le foglie di cassia o di alloro, i semi di cumino, i semi di mostarda nera, i gusci di cardamomo schiacciati fino a che i semi di mostarda scoppiettano.
Versate il riso e rosolatelo per due o tre minuti.
2. Aggiungete l'acqua e lo zucchero, alzate la fiamma al massimo e portate il liquido a completa ebollizione. Aggiungete i cavolfiori con la salsa, mettete al minimo la fiamma, coprite con un coperchio della misura giusta e lasciate cuocere lentamente senza mescolare da 15 a 25 minuti (dipende dal tipo di riso) o fino a che il liquido è assorbito ed il riso è tenero e fioccoso. Spegnete la fiamma e lasciate riposare il riso ancora coperto per 5 minuti per permettere ai chicchi fragili del riso di diventare compatti. Poco prima di offrire il piatto a Krsna, togliete il coperchio e mescolate con una forchetta il riso bollente. Guarnite con spicchi di limone o di cedro.















L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo

a cura di Giorgio Cerquetti  Goura Krsna dasa



MORIRE IN DISCOTECA

"Qualche anno fa ho trascorso una notte d'amore molto romantica. Curt era il ragazzo più bello che avessi mai incontrato. Abbiamo ballato, sorseggiato champagne e ci siamo amati, la nostra storia è durata una sola notte. Non conoscevo Curt molto bene ed ho pagato cara questa avventura. Curt mi ha attaccato l'Aids."
Questo in sintesi è il messaggio che Alison Gerts, una giovane studentessa americana sta diffondendo parlando nei campus universitari a centinaia di suoi coetanei.
Alison ha adesso ventiquattro anni, frequenta le discoteche dall'età di sedici, è stata sempre ammirata dalle sue amiche per la sua bellezza ed eleganza; il padre, un ricco costruttore edile di New York le aveva sin dall'infanzia programmato un brillante avvenire.
Sfortunatamente un virus mortale le è stato "passato" una notte in discoteca da un giovane altrettanto affascinante e di buona famiglia.
Sono tanti i ragazzi e le ragazze come loro che la sera escono per andare a ballare, il sabato poi è diventato quasi un obbligo soprattutto per chi pensa ormai di essere cresciuto e aver bisogno di una certa autonomia.
Adesso Alison parla in pubblico della sua sciagura con la speranza che qualcuno ascoltandola diventi più prudente e smetta di comportarsi con leggerezza mettendo in gioco la vita.
Per lo stesso motivo ho scelto di menzionare questo episodio, uno dei tanti tra le centinaia di migliaia che riguardano la diffusione del mortale virus tra i giovani.
Sui giornali si legge anche che molti ragazzi di ritorno dalle discoteche muoiono nella notte per incidenti stradali. Stanchi, sotto l'effetto dell'alcool o delle tante droghe che animano le notti danzanti perdono con troppa facilità questa preziosissima vita umana.
Dopo una logorante settimana di studio e di lavoro che c'è di male, direbbe qualcuno, ad andare a ballare in compagnia di gente allegra e socievole. In effetti nell'azione in sé non c'è niente di male, il ballo non si può considerare un'attività negativa e distruttiva.
Alla fine degli anni sessanta Srila Prabhupada passò molto tempo con i giovani. Appena arrivato dall'India iniziò la sua attività di predica della Coscienza di Krsna in varie categorie sociali della società americana e tra i suoi primi ammiratori annoverò proprio molti giovani pieni di voglia di vivere, amanti della musica, della compagnia e del divertimento facile.
Srila Prabhupada propose in modo chiaro e generoso un nuovo modo di vivere, dimostrò che è possibile cantare, ballare e divertirsi veramente solo se il fine è superiore.
Da tempo immemorabile in India i devoti di Dio cantano e danzano ripetendo i Suoi santi nomi, questa gioiosa pratica spirituale chiamata kirtan fu da lui riproposta prima in America, poi in Europa e in tutto il resto del mondo senza modifiche e cambiamenti. Nel 1969 persino i Beatles, il più famoso complesso musicale del mondo, furono attratti dal dolce canto del mantra Hare Krsna.
In pochi anni i sacri nomi Hare Krsna e Rama sono ripetutamente apparsi nei dischi di molti cantanti, tra i tanti ricordiamo la cantante rock tedesca Nina Hagen, il compositore italiano Franco Battiato ed ultimo il celebre Boy George con trenta milioni di dischi venduti nel mondo.
Nel 1967 Srila Prabhupada consapevole della precaria situazione esistenziale in cui si trovavano molti giovani californiani si recò a San Francisco dove i devoti avevano organizzato per lui, in una grande discoteca, un concerto intitolato Mantra Rock Dance.
I più famosi gruppi rock del momento, i Grateful Dead, i Moby Grape, i Jefferson Airplane e i Quicksilver Messenger si esibirono uno dopo l'altro per i quattromila spettatori convenuti. Al termine della serata i musicisti, tutti insieme sul palco, accolsero l'ospite d'onore, Srila Prabhupada, che guidò tutti nel kirtan, il più antico modo di cantare le glorie di Dio danzando.
Il poeta Allen Ginsberg presentò l'avvenimento e spiegò che i devoti di Krsna cantano e danzano volentieri nei parchi, nelle strade e in mezzo alla gente.
Alla fine consigliò il mantra Hare Krsna come rimedio semplice ed efficace per liberare la propria coscienza dal condizionamento delle droghe.
Da allora è capitato di tanto in tanto che i devoti siano stati invitati in discoteca a cantare Hare Krsna e ogni volta puntuale si è ripetuto il successo del kirtan, momento chiave della vita spirituale che prevede però altri orari ed altri ambienti.
Sarà probabilmente capitato anche a voi di incontrare gli Hare Krsna che cantano nel centro della vostra città, molti di loro sono giovani e vivono la musica e la danza in modo meraviglioso, senza droga, senza alcool e senza Aids.
Hanno rinunciato a stimoli artificiali perché finalmente ne hanno trovato uno naturale: l'amore per Dio.
La prossima volta che ci incontrate cantate e danzate con noi, non abbiate paura, non costa niente e non ci sono spiacevoli effetti collaterali.
Di mantra non si muore.
In un mondo materiale dove tutto è a rischio e il pericolo è imprevedibile, offritevi una nuova occasione: apritevi a Dio.















Entra Anche Tu Nella Dimensione Trascendentale

Canta Il Maha-mantra:

HARE KRSNA HARE KRSNA
KRSNA KRSNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE















UN CONTRIBUTO CRISTIANO
ALLA COSCIENZA DI KRSNA

Ciò che segue è un'affermazione del Dr. Harvey Cox,
teologo alla Divinity School di Harvard, a una conferenza
intitolata "La Coscienza di Krsna e la libertà Religiosa"
svoltasi al Centro per lo Studio delle Religioni del Mondo,
Harward University, 22 Novembre 1976.

Ogni volta che un movimento spirituale o un leader spirituale è emerso e ha esposto un sistema di vita che sembra deviare o differenziarsi dai valori convenzionali o dalla religione convenzionale dell'epoca, la persona che aderisce a questo sistema di vita è quasi sempre vista con sospetto, generalmente è considerata un po' matta, molto spesso umiliata dall'autorità dello stato e generalmente ha problemi con la sua famiglia.
Ora, senza sembrare eccessivamente pio, vorrei fare un riferimento ad una parte del Vangelo di Marco. E' il terzo capitolo del Vangelo di Marco, che racconta alcune delle prime esperienze della vita di Gesù... Inizia con il settimo verso del terzo capitolo di Marco, che noi riteniamo sia probabilmente il più antico e sotto certi aspetti il più autentico dei quattro vangeli:
Gesù si ritirò con i suoi discepoli verso il mare, e una grande moltitudine di Galilei lo seguì. E molti che accompagnavano degli ammalati li spingevano verso di lui affinché lo toccassero. E andò sulle colline e chiamò a sé coloro che desiderava, ed essi vennero a lui. Ed egli ne nominò dodici affinché stessero con lui e li mandò fuori a predicare.
Poi si recò nella sua casa in città e la folla lo accompagnava, erano così tanti che non potevano nemmeno mangiare. E i suoi, avendolo saputo, uscirono per impadronirsi di lui, poiché dicevano: "Egli è fiori di sé." E gli scribi che erano venuti da Gerusalemme dicevano, "E' posseduto du Beelzebub e dal principe dei demoni". E Gesù disse loro, "Se la casa è divisa in sé stessa, quella casa certamente non potrà reggere".
E poi vennero sua madre e i suoi fratelli, e stando in piedi fuori dalla casa in cui lui si trovava, gli mandarono un messaggio, chiamandolo. E una folla era seduta intorno a lui ed essi gli dissero, "Tua madre e i tuoi fratelli sono fuori e stanno chiedendo di te". E Gesù rispose, "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"
E guardandosi intorno disse, "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli. Perché chiunque faccia il volere di Dio, lui è mio fratello, mia sorella, e mia madre".

Ora, non leggo questo brano per impegnarmi in qualche dimostrazione a buon mercato o per giustificare o legittimare qualcosa. Questo è semplicemente per dire che penso ci sia una nota tragica al centro della fede biblica, la fede cristiana: che il bisogno di decidere personalmente il proprio stile di vita, la propria filosofia, la propria fede, la propria via spirituale, spesso ha come risultato una tragica e dolorosa rottura nelle relazioni con chi ci è vicino. Questo è il prezzo richiesto da un qualsiasi tipo di libertà di scelta. Io penso che non ci sia nessuno in questa stanza che vorrebbe negare che ognuno di noi ha alla fine fatto la sua scelta definitiva, che tutti dovremmo fare individualmente senza essere spronati dalla famiglia che ci tiene sotto pressione, dai poliziotti o "programmatori" o "deprogrammatori" o "non programmatori" o chiunque altro ci tenga sotto pressione, ma in un modo o nell'altro ci deve essere data la possibilità e la dignità di fare personalmente quella scelta. E questa non è una cosa facile da fare. Ma io penso che tutti noi qui vorremmo sottolinearne la necessità. E noi dobbiamo sentire simpatia non solo per Gesù, che, in quanto giovane, stava iniziando ad impegnarsi nel suo sacerdozio, ma forse anche per la sua famiglia e i suoi amici, fratelli e sorelle, che furono sconcertati e addolorati per le sue attività.
Ora, lasciatemi fare solo un'altra considerazione. Mi sono chiesto nelle ultime settimane, come mai ci siano state molte controversie sul movimento Hare Krsna (del quale ho conosciuto personalmente molti devoti e di cui ho grande rispetto), "Perché improvvisamente questo movimento e altri movimenti hanno destato attenzione fino al punto che si può incominciare a parlare di molestia? Perché questo? Ed io devo ora confessare, come teologo principalmente impegnato nel cristianesimo, che penso che ciò indichi un sentimento di colpa e un sentimento di fallimento da parte di coloro che hanno cercato di preservare qualcosa delle possibilità critiche e creative spirituali che il Cristianesimo stesso offre. Potrebbe essere che abbiamo permesso al cristianesimo stesso, e magari al giudaismo, di essere così identificati con i valori di accumulo, profitto, esecuzione, successo, e guadagno materiale  che sono, dopotutto, i principali valori della nostra società  che ci vuole qualcosa di apparentemente esotico ed esoterico come un movimento che viene dall'India per ricordarci che c'è di fatto un altro modo di vivere, un modo di vivere che non è basato sull'accumulo di profitti, prosperità, successo, qualifiche ma ha il proprio centro in un certo tipo di semplicità e chiarezza di vivere? Non è strano che quel messaggio può ora esserci presentato da movimenti che vengono da così lontano, quando i profeti della nostra stessa tradizione  quelli che celebriamo ufficialmente ma che spesso ignoriamo  ne hanno così simile? Gesù di Nazareth; San Francesco d'Assisi, che certamente preoccupò i suoi genitori quando prese quella strana decisione di indossare un nuovo tipo di abito, uscire a cantare e a danzare nelle strade e parlare con gli uccelli; BaalSchemtov, nella tradizione ebraica, che era giudicato un po' strano, ma che portò un tipo di gaiezza ed affermazione della vita ed un rifiuto dei valori del semplice profitto ed accumulo.
Perché, mi chiedevo, noi non possiamo sentire le voci di questi profeti della nostra stessa tradizione ed altra gente da luoghi così lontani come l'India può portare un messaggio che in qualche modo suona così simile? Forse questo è una via che ci riporta a qualcosa di più essenziale nella nostra stessa tradizione  un modo che Dio ha di ricordarci ciò che ci siamo lasciati dietro e che abbiamo dimenticato e ignorato. Cosa significa per noi la venuta di questo movimento in questo secolo? Lo metterei in un senso veramente teologico: Cosa ci sta dicendo Dio? Cosa significa? E' una semplice questione legale? E' semplicemente una questione di libertà civile, per quanto importante possa essere? O c'è qualcos'altro che sta accadendo qui? Ci sentiamo a disagio con alcuni di questi movimenti perché a un certo punto siamo molto a disagio con noi stessi con la società materialistica che abbiamo costruito? Forse uno dei risultati di questo movimento Hare Krsna sarà il fatto di stimolarci a riscoprire cose che abbiamo ignorato e soppresso nella nostra stessa eredità religiosa. Io penso che ciò possa succedere. E se succede, allora sono loro molto grato per il tipo di dono che essi ci portano.















IL CALENDARIO VAISNAVA

Sri Gaurabda 504, 1990/1991 dopo Cristo

4 Apparizione di Gopala Bhatta. Scomparsa di Ramacandra Kaviraja
5 Scomparsa di Jayadeva Gosvami Kaviraja
7 Scomparsa di Locana dasa Thakura
11 Suddha Ekadasi. Digiuno per Sattila ekadasi
12 Dvadasi, rompere il digiuno tra le 8.00 e le 11.00
15 Vasanta Pancami. Apparizione di Visnupriya Devi. Sarasvati Puja. Apparizione di Pundarikaksa Vidyanidhi, di Raghunandana Thakura e di Raghunatha Gosvami. Scomparsa di Visvanatha Cakravarti
22 Apparizione di Advaita Acarya, digiuno fino alle 12.00
23 Bhismastami
24 Scomparsa di Madhvacarya
25 Scomparsa di Ramanujacarya
26 Suddha Ekadasi. Digiuno per Bahimi ekadasi
27 Dvadasi, rompere il digiuno tra le 7.49 e le 10.59. Apparizione di Sri Varaha Deva
(il digiuno deve essere osservato il giorno 26 fino a mezzogiorno, oggi festa)
28 Apparizione di Sri Nityananda Prabhu. Digiuno fino a mezzogiorno.
29 Apparizione di Narottama dasa Thakura. Krsna Madhura Utsava
















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La pratica del bhakti-yoga, il servizio di devozione, ha il potere di alleviare direttamente le sofferenze materiali dell'essere individuale, che d'altronde gli sono estranee. Ma per lo più gli uomini la ignorano, per questo il grande saggio Vyasadeva ha compilato queste scritture vediche che parlano della Verità Assoluta.
(Srimad Bhagavatam 1.7.6)


Srimad Bhagavatam (10 vol.)
il frutto maturo della Letteratura vedica che copre l'intera gamma della conoscenza umana e divina e spiega scientificamente la teologia vaisnava.



Sri Caitanyacaritamrta (8 vol.)
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Il Nettare della Devozione
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Il Libro di Krsna
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La scienza della realizzazione spirituale
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Gli insegnamenti di Sri Caitanya
che meglio spiegano l'aspetto personale della Verità Assoluta.



Gli insegnamenti di Kunti Devi
devozione e femminilità in una donna devota al Signore Supremo.



Gli insegnamenti di Kapila Deva
l'analisi usata come strumento per capire la conoscenza vedica.



La via della perfezione
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Prabhupada  Un Santo nel XX secolo
la biografia del fondatore del movimento Hare Krsna



La cucina degli Hare Krsna
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fine del numero di gennaio 1991.